Andiamo insieme a scoprire il nuovo disco della band americana nella recensione 72 season Metallica. Sarà un disco rivoluzionario o siamo, inesorabilmente, in una fase discendente?
Traccia per traccia vedremo quali sono i brani più azzeccati e quelli meno. Vi ricordiamo, inoltre, che potete acquistare l’album ( anche in edizione limitata ) e/o gli accessori della band in promozione al seguente link: Metallica Promo
Recensione 72 Season Metallica
72 Season
è l’album numero 11 della storica band Heavy Metal tra le più conosciute al mondo. Un disco arrivato dopo circa 7 anni dall’ultimo lavoro in studio, Hardwired… to Self-Destruct.
Molti hanno criticato questo disco, altri lo hanno esaltato..qual’è la verità? Cerchiamo di analizzare canzone per canzone, dandovi alcuni spunti di riflessione e la nostra umile opinione.
Come detto dallo stesso James Hetfield: “72 season rappresenta i primi 18 anni della nostra vita che formano il nostro vero o falso io. Il concetto del ‘chi siamo’ che ci è stato detto dai nostri genitori. La nostra etichetta che forma la personalità . Credo che la parte più interessante di tutto questo sia lo studio continuo di queste convinzioni di base e di come esse influenzino la nostra percezione del mondo di oggi. Gran parte della nostra esperienza adulta è una rievocazione o una reazione a queste esperienze infantili. Prigionieri dell’infanzia o liberi da quei legami che ci portiamo dietro”.
Un bel concetto che si riflette nei testi dell’album che sono un percorso interno al proprio io e che vogliono comunicare al pubblico le paure, le gioie e, in linea generale, tutte le emozioni di quel percorso.
Il disco parte con 72 Season, traccia scelta dalla band come singolo per presentare l’album. Questa traccia è tra le più azzeccate dell’album a nostro avviso. Il basso di Robert Trujillo e gli assoli di Kirk Hammett ci deliziano le orecchie in 8 minuti di vero e proprio Heavy Metal.
Sulla falsa riga della prima traccia arriva Shadows Follow, di cui apprezziamo il testo ed il tentativo di Kirk di risollevare una canzone vecchio stile che però risulta essere legata troppo al passato.
Screaming Suicide è un inno al non arrendersi alle ombre e al richiamo di mollare. Un canzone decisamente più “veloce” e facilmente assimilabile ma che non rende onore al tema trattato.
Gli amanti del basso apprezzeranno il lavoro di Trujillo nella successiva Sleepwalk my life away, che riporta un pò di grinta ad un disco che si stava lentamente spegnendo. Ottima performance della band e tra le migliori canzoni dell’album per intensità e gestione dei tempi.
You Must Burn! purtroppo ci fa tornare indietro nel tempo e tranne qualche breve colpo di genio di Kirk non convince le nostre orecchie. Apprezzabile il ritornello.
Se volevate una canzone veloce, frenetica e adatta ai tempi che corrono forse Lux Æterna è la traccia che apprezzerete di più. In 3 minuti sono concentrati riff potenza ed una buona prova sonora di James.
Nonostante un video molto interessante Crown of barbed wire è forse la canzone meno adatta a stare su un disco come 72 Season. Testo forzato e sonorità poco spinte fanno di questa opera un contenitore poco apprezzabile.
Chasing Light riporta in alto la nostra attenzione ma non ci sveglia del tutto dalla traccia precedente. La parte strumentale è ottima ma questa non si coadiuva a sufficienza con un testo ed una performance di James all’altezza.
Con If darkness had a son sembra di ascoltare qualcosa di già sentito nel disco, come un ripetersi di uno stesso pezzo all’interno dell album.
Finalmente, con Too far gone? si torna a parlare di musica e testo che si abbracciano, baciandosi in modo eclettico. Una delle canzoni che abbiamo più amato di questo disco e che contiene alcuni spunti di novità in un lavoro fino ad ora molto piatto.
Room of mirrors non aggiunge nulla al disco e sinceramente, non la avremo mai inserita. Canzone poco incisiva e ritmo “telefonato”.
Inamorata sono 11 minuti dove la band viaggia in un vortice di vecchi ricordi e nuove sonorità facendoci provare le emozioni di un percorso di crescita personale e non solo. Perché non aver prodotto più tracce così?
72 Season Recensione. Voto 6,5
Dare un voto ad un album come questo è difficile. In alcuni tratti si raggiunge un 8 pieno ( Inamorata, 72 Season) ma spesso si sprofonda sotto la sufficienza ( Room of Mirrors, Crown of barbed wire ).
Apprezziamo l’intenzione di non mollare, la tecnica di Kirk e Robert ma forse l’era del vecchio Metal è finita e anche chi ha fatto la storia del genere ha bisogno di rinnovarsi. 6,5 è il nostro voto finale con la speranza che anche band del calibro dei Metallica smettano di vivere di rendita e, rischiando, si espongano al cambiamento.
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